A Palazzo Marino in mostra "La storia de' Magi" del Perugino capolavoro dell'arte rinascimentale | Gold Fashion Italy
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A Palazzo Marino in mostra “La storia de’ Magi” del Perugino capolavoro dell’arte rinascimentale

A Palazzo Marino in mostra “La storia de’ Magi” del Perugino capolavoro dell’arte rinascimentale

Realizzata intorno al 1475 da Pietro Cristoforo Vannucci ben più noto come il Perugino, la grande pala d’altare che raffigura l’Adorazione dei Magi, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, fino al 13 gennaio può essere ammirata nella Sala Alessi di Palazzo Marino, undicesimo appuntamento natalizio con l’arte del Comune di Milano ad ingresso libero.

Si tratta del primo significativo impegno dell’artista a Perugia. Il dipinto fu realizzato per la chiesa di Santa Maria dei Servi e costituisce una delle opere più emblematiche per comprendere gli sviluppi dell’arte italiana nell’ultimo quarto del XV secolo. Ricordata per la prima volta nell’edizione giuntina delle Vite (1568) dal Vasari, la sua attribuzione è stata a lungo dibattuta tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, a causa della complessità dei riferimenti culturali presenti nella tavola. Vasari infatti scrive ” Nella  Chiesa de’ Servi fece parimente due tavole, in una la trasfigurazione del Nostro Signore e nell’altra, che è accanto alla sagrestia, la storia de’ Magi; ma perchè queste non sono di quella bontà che sono l’altre cose di Piero, si tien per fermo ch’elle siano delle prime opere che facesse”.  

Cavalcaselle nel 1866 la ritenne infatti opera matura di Fiorenzo di Lorenzo, una proposta di grande fortuna che venne accolta anche da Giovanni Morelli e Bernard Berenson Sarà Jean Carlyle Graham nel 1903, autrice di una monografia su Fiorenzo di Lorenzo, a riportare in campo il nome del Vannucci, interpretando l’Adorazione come un lavoro iniziato da questi nei primi anni della carriera, lasciato incompiuto e completato solo diverso tempo dopo da Fiorenzo e dai suoi collaboratori.

La definitiva risoluzione della questione attributiva si deve solo ad Adolfo Venturi che nel 1911 attribuisce l’opera al Perugino giovane, riconoscendovi molti riferimenti eterogenei, tutti ugualmente importanti nella fase formativa del pittore: l’influsso di Verrocchio nei tipi fisionomici e nelle vesti quasi di lamina metallica, scandite in pieghe dai sottosquadri nettissimi; la conoscenza della pittura dei fratelli Pollaiolo nell’evidenza del rilievo e nella profusione di ornamenti rifulgenti; il ricordo di Piero della Francesca, suo probabile maestro, nell’albero collocato sullo sfondo in base ai canoni della sezione aurea, come nel Battesimo di Cristo già a Sansepolcro e ora alla National Gallery di Londra.

Da questo momento in poi il nome del Perugino non verrà mai più messo in discussione e sono stati anzi individuati nessi sempre più stringenti con la produzione matura dell’artista: il paesaggio che si fa via via ceruleo verso l’orizzonte, secondo quanto teorizzato da Leonardo sulla prospettiva aerea; i volti giovanili e femminili cesellati, di diafana purezza; la capacità di dosare la luce e di scaldare con essa il colore. Questi ultimi effetti si devono certamente ad una fondamentale innovazione di carattere tecnico che interessa la tavola, interamente a dipinta a olio.

Fu invece Von Ruhmor nel 1827 ad individuare nel giovane con la berretta rossa all’estrema sinistra della composizione il ritratto del Perugino confrontandola con l’immagine invecchiata ma corrispondente nei lineamenti di un autoritratto affrescato dal maestro nel 1500 sulle pareti del Collegio del Cambio a Perugia.

Di recente il Teza ha proposto di riconoscere nei Magi alcuni membri della famiglia Baglioni, sul modello di una consuetudine fiorentina di cui sono notissimi esempi gli affreschi eseguiti da Benozzo Gozzoli nella cappella di Palazzo Medici Riccardi, o la tavola di Sandro Botticelli per Gaspare del Lama oggi agli Uffizi, opere nelle quali i i Re Magi assumono le fattezze di esponenti di casa Medici. Nella tavola perugina, in particolare, Gaspare corrisponderebbe al capostipite Malatesta Baglioni; Baldassarre raffigurerebbe Braccio, guida della casata all’epoca in cui il dipinto fu realizzato; il giovane Melchiorre avrebbe infine il volto del figlio di Braccio, Grifone, destinato a succedergli al potere.

Del tutto probabile, in ogni modo, è il coinvolgimento dei cripto-signori di Perugia nella commissione del dipinto. La chiesa di Santa Maria dei Servi era infatti prossima alle residenze dei Baglioni sul Colle Landone, anch’esse abbattute per permettere l’erezione della Rocca Paolina, e ospitava nelle sue cappelle le sepolture di alcuni membri della famiglia. Nel 1471, tra l’altro, il citato Braccio aveva fatto erigere nell’edificio un sacello dedicato alla Vergine Maria, ultimato nel 1478.

L’Adorazione dei Magi è  un’opera complessa e affascinante, che riassume tutte le suggestioni di cui Pietro poté nutrirsi durante gli anni di formazione trascorsi a Firenze nella bottega del Verrocchio, fianco a fianco con quelli che sarebbero stati, insieme a lui, fra i più grandi protagonisti dell’arte del Rinascimento, da Domenico Ghirlandaio a Sandro Botticelli, da Lorenzo di Credi a Leonardo da Vinci.

L’esposizione a Palazzo Marino è curata da Marco Pierini, Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, che grazie a questa iniziativa ha potuto procedere al restauro dell’opera prima del suo trasporto a Milano. Promossa da Comune di Milano e Intesa Sanpaolo, partner istituzionale, con il sostegno di Rinascente, la mostra patrocinata dal MIBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è coordinata da Palazzo Reale e realizzata insieme alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, con il supporto del Comune di Perugia e della Regione Umbria, in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Piazza Scala. L’organizzazione è affidata a Civita.

L’ingresso alla Sala Alessi sarà libero, tutti i giorni dal 1 dicembre al 13 gennaio 2019. I visitatori saranno ammessi in mostra in gruppi e accolti da storici dell’arte, coordinati da Civita, che faranno da guida nel percorso espositivo. Il catalogo della mostra, a cura di Marco Pierini è pubblicato da Silvana Editoriale. Nel quadro della collaborazione con la Regione Umbria, anche quest’anno il Comune di Milano ospiterà a Natale, come sempre nel cortile di Palazzo Marino, il presepe della tradizione umbra.

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