Leonardo da Vinci "Il che fu cagione ch'Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnandosi che un fanciullo ne sapesse più di lui" | Gold Fashion Italy
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Leonardo da Vinci “Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnandosi che un fanciullo ne sapesse più di lui”

Leonardo da Vinci “Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnandosi che un fanciullo ne sapesse più di lui”

Per “Andrea del Verrocchio (… che stava) faccendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Leonardo lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che molto meglio de le figure d’Andrea stava l’Angelo di Leonardo. Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnandosi che un fanciullo ne sapesse più di lui“. A scriverlo è Giorgio Vasari nelle sue “Vite” un episodio rimasto paradigmatico nella storia dell’arte del Rinascimento che vede nascere uno dei suoi maggiori protagonisti se non il più grande e che quest’anno, in occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla morte, sarà omaggiato in ogni parte del mondo.

Sulle rive del fiume Giordano, San Giovanni battezza Gesù versandogli dell’acqua sulla testa, l’annuncio viene sottolineato dalla scritta nel cartiglio, ECCE AGNUS DEI, Ecco l’Agnello di Dio. All’evento assistono due angeli inginocchiati, uno dei quali sorregge la veste di Gesù. L’opera dedicata al Battesimo di Cristo  venne realizzata per il monastero vallombrosiano di San Salvi all’epoca in cui la bottega del Verrocchio era la più importante a Firenze, tra il 1475 e il 1478. L’impostazione della composizione fu data dal Verrocchio che dipinse le due figure principali del Cristo e del Battista con uno stile lineare derivato dalla sua specializzazione nell’oreficeria, altri collaboratori furono impiegati per dipingere la palma, il paesaggio roccioso e il volto dell’angelo visto di fronte. All’allievo di bottega Leonardo da Vinci spetterà di ultimare il dipinto uniformando le parti già presenti.

Sarà lui l’autore dell’angelo di profilo dai dolci tratti con il caratteristico stile sfumato ma anche delle velature trasparenti a olio che unificarono i piani del paesaggio in profondità e addolcirono il corpo di Cristo, oltre al velato paesaggio sulla sinistra. Come sottolineato di recente da Antonio Paolucci, già  Ministro per i Beni Culturali, Di solito le monografie su Leonardo pittore ne fanno iniziare il percorso dal Battesimo di Cristo,…Si tratta di un dipinto complesso uscito dalla bottega del Verrocchio e caratterizzato dalla presenza di più mani di esecutori. Leonardo ( la testimonianza è del Vasari, confermata da tutta la letteratura successiva) avrebbe dipinto l’angelo a sinistra con il brano del paesaggio sullo sfondo. Secondo gli studi più recenti, questa parte, sicuramente autografa di Leonardo, non deve essere collocata all’inizio del percorso dell’artista, come solitamente si dice e si scrive, ma appartiene  a una fase stilistica più avanzata. Esprime infatti una intensità espressiva e una sapienza esecutiva tali da convenire meglio a un Leonardo trentenne piuttosto che allo stesso ventenne, alle prime armi.

La pala passò poi al monastero di Santa Verdiana e fu poi destinata alla Galleria delle Belle Arti e solo nel 1810 arrivò alla Galleria degli Uffizi dove oggi può essere ammirata nella nuova Sala di Leonardo insieme agli altri capolavori dell’Annunciazione, dipinto da un Leonardo forse  non ancora ventenne, e dell’Adorazione dei Magi, lasciato incompiuto nel 1482 per la chiamata a Milano,  un itinerario indispensabile per comprendere il giovane Leonardo. Come sottolineato dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt  che ha dato il via a questo nuovo allestimento, insieme ad altre Sale “Il nuovo allestimento non solo è studiato per permettere un tipo di vista lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rende anche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al Quattrocento fiorentino. Essa fa parte di una serie di cambiamenti messi in atto per adeguare gli Uffizi alle necessità di comprensione del pubblico e ai primari principi educativi cui il museo è improntato“.

Andrea del Verrocchio sarà invece protagonista della mostra dal titolo ” Verrocchio, il maestro di Leonardo” che sarà aperta al pubblico dall’ 8 marzo al 14 luglio a Palazzo Strozzi a Firenze e che riunirà un nucleo di capolavori del Verrocchio insieme a quelli di altri maestri come il Perugino, Ghirlandaio, Botticelli, ma anche Leonardo sarà presente con alcuni suoi lavori e studi.

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