Raffaello, risplende il Ritratto di Maddalena Strozzi insieme al marito Agnolo Doni e al Tondo di Michelangelo | Gold Fashion Italy
15454
post-template-default,single,single-post,postid-15454,single-format-standard,bridge-core-1.0.4,cookies-not-set,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-30.2,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

Raffaello, risplende il Ritratto di Maddalena Strozzi insieme al marito Agnolo Doni e al Tondo di Michelangelo

Raffaello, risplende il Ritratto di Maddalena Strozzi insieme al marito Agnolo Doni e al Tondo di Michelangelo

Dimorando adunque, in Fiorenza Agnolo Doni, il quale quanto era assegnato nell’altre cose tanto spendeva volentieri, ma con più risparmio che poteva, nelle cose di pittura e di scultura, delle quali si dilettava molto, gli fece fare il ritratto di sé e della sua donna in quella maniera che si veggiono appresso Giovangattista suo figliolo, nella casa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in Firenze nel corso de’ Tintori, appresso al canto degl’Alberti” Così Giorgio Vasari racconta nella Vita di Raffaello D’Urbino la nascita dei due ritratti che Agnolo Doni ricco mercante e mecenate fiorentino gli commissionò, per sé e per la moglie Maddalena Strozzi e che vennero realizzati intorno al 1506, dopo il loro matrimonio avvenuto nel 1503.

Fu lo stesso Agnolo Doni a commissionare a Michelangelo Buonarroti una Sacra Famiglia in tondo, il celebre Tondo Doni, che, conservato alla Galleria degli Uffizi è stato collocato nella Sala 41, secondo un nuovo riallestimento che fa parte del progetto dei “Grandi Uffizi”, inaugurato in questi giorni, insieme ai due ritratti di Raffaello, prima esposte  alla Galleria Palatina e ad altre opere di Raffaello e di Fra’ Bartolomeo che l’urbinate ebbe modo di studiare durante il suo soggiorno fiorentino.

I due ritratti, conservati a Palazzo Doni ebbero un grande successo e sono gli unici che sin dal tempo del Vasari fu tramandato il nome. Il ritratto di Maddalena Strozzi, un dipinto a olio su tavola ( 63X45cm) rimase in possesso dei discendenti fino al 1826 quando venne ceduta al granduca Leopoldo II di Toscana e rispetto al ritratto del marito è leggermente posteriore, radiografie dell’opera hanno mostrato come inizialmente fosse ambientata in una stanza con finestra mentre secondo gli studi la tavola sarebbe stata accorciata per formare un dittico con il ritratto del marito.

La giovane sposa viene ritratta con il busto di tre quarti verso sinistra e la testa girata verso lo spettatore, una postura che si ispira alla Gioconda di Leonardo da Vinci, in particolare nella posa delle mani e perfettamente fedele nelle caratteristiche naturali. Consapevole del ruolo e del proprio status sociale, Maddalena Strozzi indossa abiti sontuosi e gioielli importanti, anelli con pietre preziose alle dita, una catena d’oro ai fianchi e un ciondolo d’oro che orna il decolté e che con le pietre incastonate rappresenta la summa dei significati per una donna di tal rango : lo smeraldo per la castità, il rubino per la forza, lo zaffiro per la purezza e infine una grande perla a goccia che sta a simboleggiare la fedeltà matrimoniale. Sebastiana Gangemi

No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.